Il linfedema è una patologia che colpisce il sistema linfatico
Il sistema linfatico è formato da:
• una rete di vasi entro cui scorre la linfa;
• i linfonodi, filtri biologici in grado di intercettare e distruggere eventuali germi, sostanze estranee o cellule neoplastiche presenti nella linfa.;
• i linfangioni, porzione di vaso linfatico compresa tra due valvole contigue, dotata di capacità linfopropulsiva intrinseca.
• organi linfatici primari (timo e midollo osseo);
• organi linfatici secondari (milza, tonsille e placche di Peyer)
La linfa è un liquido, più simile a un gel, incolore e opalescente, che contiene proteine, lipidi, acqua e tutte le sostanze presenti negli interstizi cellulari non assorbite dal sistema venoso e quindi raccolte dai capillari linfatici. Lungo i vasi linfatici, paralleli al sistema venoso, la linfa viene “filtrata” dai linfonodi e tramite i linfociti vengono eliminati i microorganismi estranei e/o ostili.
L’interruzione dei vasi linfatici, l’asportazione dei linfonodi e/o il malfunzionamento del sistema linfatico causa il linfedema, cioè un edema o stasi della linfa.
Il linfedema è una patologia che colpisce oltre 250 milioni di persone nel mondo, donne – uomini – bambini di tutte le etnie.
Il linfedema è classificato in PRIMARIO, di natura genetica, e SECONDARIO, causato da interventi esterni come la chirurgia oncologica, la radioterapia e gli incidenti di varia natura.
In particolare il linfedema è una malattia cronica e progressiva del sistema linfatico, dove questo è parte fondamentale del meccanismo immunitario del corpo umano.
Il linfedema può causare quindi gravi deformità degli arti e non solo, sino a causare una elefantiasi e quindi disabilità con aggravamento di carattere motorio, psicologico ed economico.
Non sempre a questa patologia corrispondono consapevolezza e conoscenza degli effetti sulla salute e, purtroppo, professionalità specifiche in grado di effettuare diagnosi e terapie.
Il cittadino affetto da linfedema necessita
• una presa in carico del paziente con patologia cronica da parte delle strutture sanitarie;
• un ciclo di trattamenti intensivi presso di centri cura di alta specializzazione a carattere multidisciplinare con il coinvolgimento di linfologi, fisiatri, psicologi, dermatologi e fisioterapisti;
• una volta terminato il ciclo di trattamenti della fase intensiva, necessita di terapie costanti nel tempo, periodiche e di mantenimento;
• la dotazione di indumenti di compressione standard o su misura da indossare immediatamente al termine della fase intensiva, sia per il periodo diurno che notturno.
Questi indumenti devono essere sempre disponibili dietro ricetta dello specialista, senza pericolose lungaggini burocratiche ( tipo gare di appalto per ogni singola fornitura).
La medicina, a partire dalle Università, e la ricerca scientifica devono
• preparare e formare il personale medico per il conseguimento della specializzazione e del titolo di “Linfologo” ;
• preparare e formare il personale fisioterapeutico per il conseguimento del diploma in linfodrenaggio Manuale e Fisioterapia combinata, abilitante al titolo di “Linfoterapeuta”;
• farsi carico di attivare tutte le forme di attenzione e di studio per scongiurare l’insorgere della patologia, elaborando protocolli mirati a forme di prevenzione indispensabili ad evitare danni irreversibili.
• Recenti studi dello IEO di Milano hanno evidenziato che l’asportazione preventiva dei linfonodi non migliora le aspettative di vita post operatorie, caso mai può creare la patologia cronica.